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Trento, 20 novembre 2013
La Provincia e il settore immobiliare:
Mattone gonfiato, ora decrescita guidata

di Antonio Zecca, Università di Trento
da l’Adige di mercoledì 20 novembre 2013

Ora che Rossi ha vinto le elezioni, ora che la giunta Rossi è definita, tutti quelli che sono stati interpellati nella fase pre-elettorale calano le loro richieste. Tutti, anche quelli che non hanno votato per Rossi o per la sua coalizione. La sostanza è sempre la stessa: ora Rossi deve fare questo per noi, o la nostra categoria. Le uniche categorie che non chiedono sono quelle dei poveri e dei diseredati.

Per loro dobbiamo affidarci alla lungimiranza di Rossi e compagnia. Ma anche con queste eccezioni se si quantificano tutte le richieste e si fanno le somme, si trova facilmente che la nascente dirigenza della Provincia dovrebbe avere disponibile un bilancio tre o quattro volte maggiore di quello dell’anno passato. Mentre anche le mucche al pascolo sanno che le risorse per il prossimo anno saranno meno che per il 2013. E che quelle per gli anni successivi saranno ancora di meno.

La crisi economica mondiale iniziata nel 2008 durerà ancora a lungo. La Cina o l’India potranno avere ancora tassi di crescita del Pil sopra il 5%, la Germania o gli Stati Uniti potranno essere un po’ al di sopra dell’1%, ma solo in maniera altalenante e certamente a scapito delle altre nazioni (inclusa l’Italia) per le quali il tasso di crescita del Pil sarà intorno allo zero, o anche negativo.

Nessun governo a Roma e nessuna dirigenza europea potrà avere la bacchetta magica e cambiare ciò che succede nel resto del mondo e dovremmo ormai essere consapevoli che ciò che succede nel mondo si riflette poi anche sul Trentino. Si spera che tutti i presidenti e rappresentanti delle varie categorie sociali che in questi giorni si rivolgono a Rossi, siano informati su questa situazione.

Ma le numerose richieste che vengono riferite dai giornali fanno pensare che tutte partano da un punto di vista comune. Lo possiamo riassumere così: va bene, il mondo va a rotoli, la situazione europea non è rosa, quella italiana è grigia, il Trentino avrà risorse decrescenti, ma io (la mia categoria) sono più furbo e quindi anche in questa situazione riuscirò a spuntare un trattamento privilegiato per tutta questa legislatura.

Lo capiscono anche le mucche che così non funziona; lo dovrebbero sapere tutti che questo metodo ha fallito dovunque è stato applicato. Manca insomma una idea semplice: che in una situazione di risorse in diminuzione tutti dovranno «perdere qualcosa» - una frazione di percento in meno ogni anno. E l’ idea che si può farlo senza troppi pianti: gli unici che avranno diritto a piangere, sono i più poveri perché per loro un mezzo percento in meno significa scendere sotto il livello di sopravvivenza.

Le richieste lamentose a Rossi e alla sua squadra sono anche ingiuste verso le passate gestioni: sembra che tutto quello che è stato fatto finora sia stato fatto a schifo, che i politici, la dirigenza e i funzionari che facevano funzionare la Provincia fino a ieri siano dei mentecatti. Questo non è vero: basta confrontare i livelli di questa Provincia con quelli di altre province Italiane o anche straniere.

Bisogna che tutti ci mettiamo nell’ordine di idee che per far funzionare un qualsiasi sistema sociale, ci vuole la cooperazione attiva di tutti: è fortemente sbagliato pensare che l’intera struttura politica, burocratica e amministrativa della Provincia sia semplicemente e solo un «servizio» per questa o quella categoria.

Non me ne voglia Antonio Armani (Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Trento) se prenderò la sua lettera aperta comparsa su l’Adige del 18 novembre per dare un esempio di richiesta non realistica. Il titolo dell’articolo era: «Ora Rossi affronti la crisi del mattone».

L’Ordine degli Ingegneri sa bene che il comparto edilizio nella nostra Provincia è pesantemente drogato proprio dalle larghe mani e dalla benevolenza delle passate Amministrazioni provinciali. Sono stati dati troppi soldi e troppe autorizzazioni per sostenere «l’industria edile». Siamo vicinissimi a una micro-bolla immobiliare (a dimensioni provinciali) analoga a quella che ha scatenato la crisi mondiale del 2008. La bolla potrebbe scoppiare da un momento all’altro: le dinamiche dei prezzi degli immobili forniscono un indizio preciso in questo senso.

Se non è ancora scoppiata è solo perché «Mamma Provincia» (cioè i suoi politici e funzionari) ha manovrato con accortezza le risorse disponibili. Non è affatto detto che queste manovre saranno ancora possibili in futuro: quando non c’è vento, nessuno può manovrare la vela.

Se questa potenziale bolla immobiliare dovesse scoppiare, le conseguenze per l’intera Provincia e per tutti i settori economici sarebbero violente. Dobbiamo solo sperare che Rossi e la sua squadra siano in grado di pilotare il settore edile-immobiliare verso una decrescita controllata: esattamente come sgonfiare gradualmente un palloncino. Al contrario, gonfiare ancora il palloncino oltre i limiti naturali del territorio e delle risorse economiche e finanziare (come sembra capire dalle parole di Armani) non può portare altro che allo scoppio.

Antonio Zecca
Università di Trento

 

      
   

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